“Nulla è più strano e meraviglioso di questa regione fantastica, diversa da qualsiasi cosa io abbia mai visto. In tutte le regioni montuose in cui sono stato, non c’è nulla che si possa paragonare a questi straordinari pilastri”
Robert Curzon, viaggiatore inglese, 1849.
Nel nostro secondo viaggio in terra ellenica (qua la nostra prima avventura greca) , sbarcati a Igoumenitsa abbiamo deciso di non puntare subito sulla costa o a sud ma di fare un giro nel cuore della Grecia. La meta principale erano le Meteore, che nel 2019 non eravamo riusciti a vedere. Ma prima di arrivare a destinazione abbiamo fatto sosta in un piccolo gioiello.
Metsovo

Mentre segnavo le tappe del nostro viaggio, mi era capitato di leggere di questo piccolo paese, ma devo dire che alla fine non mi ero molto interessata. Poi un giorno il capitano è arrivato a casa e ha detto perché non ci fermiamo a Metsovo prima di raggiungere le Meteore? Perché no. E così sbarcati alle 6 del mattino ci siamo diretti subito in quel luogo conosciuto come la Livigno greca.

Quando non nutri grandi aspettative è proprio quello il momento in cui resti davvero a bocca aperta e lo stupore è ancora più grande. Ecco Metsovo è qualcosa di magico e prezioso. Un piccolo paese di 7mila anime, in montagna a 1000 metri sul livello del mare. Molto caratteristico, caratteristico di una Grecia sperduta fatta di tradizioni e profumi di una volta. E’ arroccato su uno dei versanti più belli della catena montuosa del Pindo, dove si “incrociano” Epiro, Tessaglia e Macedonia occidentale. E’ costruita ad anfiteatro e con i suoi tetti a piastrelle e i porticati in legno si estende lungo il versante immerso tra boschi di faggi e abeti. In sottofondo per completare questo meraviglioso dipinto il rumore dell’acqua che scorre.

Attraversare Metsovo in camper ti lascia sicuramente il segno principalmente per la sua bellezza, ma anche per le sue strettoie e per quelle stradine affascinanti che ti fanno battere il cuore per svariate ragioni. Insomma in camper è un’avventura, di quelle che amiamo noi.
Curiosità
Nella piazza principale del paese si trova la pinacoteca Aversoff, che raccoglie al suo interno oltre 200 opere di artisti greci del XIX e XX secolo.
In inverno questo piccolo paese si ricopre di neve ed è una destinazione molto battuta dagli sciatori, la stazione sciistica si trova nella località di Politses a 1400 metri di altezza con 5 piste e 3 impianti di risalita.
Gli artigiani di Metsovo tengono in vita alcuni dei mestieri tradizionali greci: cuciono costumi tradizionali di questa terra e incidono nel legno i tetti decorati per le case, particolari altari per le chiese. E non solo. Questo paese immerso nel verde è fatto di colori, tradizioni e legno. Tanto legno. Ovunque. E il legno trasmette calore. E questo calore ti avvolge e lo ritrovi anche tra le persone. Come il ragazzino che dopo avergli chiesto informazioni sulla strada da prendere per raggiungere il centro dopo pochi metri ci ha raggiunto e ha voluto accompagnarci per tutta la lunga discesa prima di tornare dagli amici. Ecco in questo gesto è racchiuso quello che sono i greci.
Sosta
A Metsovo non ci siamo fermati a dormire, perché volevamo raggiungere entro sera le Meteore, ma abbiamo lasciato il camper nel parcheggio vicino al campo sportivo. Si raggiunge dopo aver attraversato il paese e risalendo un pezzo di versante, oppure per chi non volesse passare dal paese risalendo il versante e proseguendo dopo il cartello per Metsovo sulla destra. La sosta è senza servizi, ma in uno spiazzo molto tranquillo dove si può dormire. L’abbiamo segnalata anche su park4night.
Le Meteore

Dopo Metsovo abbiamo proseguito verso le famose Meteore, ovvero “In mezzo all’aria”. Dal greco “meta” in mezzo e “aer” aria. Un luogo magico, un luogo in cui ci si sente più vicini al cielo. Quando inizi a vedere quelle rocce davanti a te capisci quanto tutto sia immenso. Capisci quanto ci siano cose che non si possono descrivere a parole. Non le trovi. Perche certe emozioni sono sospese tra la terra e il cielo.
Lasciata Metsovo in circa due ore di viaggio (sarebbe meno da navigatore, ma la strada seppur fattibilissima è tutta curve quindi in camper si procede un po’ a rilento) siamo arrivati vicino alla cittadina di Kalambáka e al villaggio di Kastráki. A quel punto abbiamo iniziato a scorgere in lontananza, lungo la strada che corre nella pianura della Tessaglia, i primi enormi pilastri rocciosi. E in quel momento, del tutto impreparati a quello che ci saremo ritrovati davanti da lì a breve, abbiamo pensato a quanto certe cose non siano davvero comprensibili fino in fondo. In quei momenti, di fronte a certi spettacoli, realizzi solo che il mondo riesce sempre a sorprenderti in ogni momento e che facciamo parte di qualcosa di unico.
Ancora oggi la formazione delle Meteore resta un mistero, anche se secondo una teoria sembra che la causa sia stato un enorme cataclisma geologico che ha in qualche modo sollevato le rocce dalla terra. Creando questa “foresta” di pietra composta da oltre venti rocce che si stagliano verso il cielo raggiungendo in media i 300 metri, ma alcune superano anche i 550. In cima ad alcune di queste meraviglie si ergono particolari monasteri in legno e pietra, dai tetti sporgenti.
I monasteri

I monasteri in origine erano 24, ma tra quelli in rovina e quelli non aperti al pubblico, ne sono rimasti solo sei visitabili: Agios Stefanos, Aghia Triada, Gran Meteora o della Trasfigurazione di Gesù, Varlaam, Roussanou e Agios Nikolaos Anapfasa (il cui nome deriva dal santo che lo ha fondato).
Noi ne abbiamo visitati solo due: il Roussanou e l’Aghia Triada. Con due bimbe al seguito e sotto il sole cuocente non potevamo pretendere di più, ma forse avremmo fatto così anche da soli, alla fine il vero spettacolo è tutto intorno, non solo i monasteri.
Oggi i monasteri sono raggiungibili a piedi con scale più o meno ripide, scavate nella roccia nel 1925. Un tempo i monaci o i visitatori salivano arrampicandosi su scale di legno fatte scendere dalla sommità delle rocce o venivano issati con una rete montacarico calata giù con un argano dal monastero. In entrambi i casi ci si doveva affidare alla maestria dei monaci. Si racconta che una volta il superiore di uno di questi monasteri, quando gli fu chiesto ogni quanto tempo veniva cambiata la corda a cui era sospesa la rete, abbia risposto: ‘Solo quando si rompe’.
Come siano riusciti a costruire i monasteri in cima a queste rocce quasi inaccessibili è ancora oggi un tema molto dibattuto e per noi comuni mortali un vero e proprio mistero.
Curiosità
Due monasteri – Agios Stefanos e Roussanou – sono gestiti da donne, mentre tutti gli altri da uomini.
Nel monastero di Agia Triada, il più difficile da raggiungere, è stato girato nel 1981 il film di James Bond “Solo per i tuoi occhi”.
Informazioni utili
Per tutte le info sulle Meteore e sugli orari e prezzi per visitare i monasteri potete andare sul sito ufficiale qui. I monasteri sono chiusi a giorni alterni e gli orari cambiano a seconda delle stagioni.
Durante la visita dei monasteri le donne devono avere spalle e gambe coperte. In caso vi dimentichiate prima di entrare potrete acquistare dei teli per coprirvi. Nei monasteri femminili, anche gli uomini devono avere le gambe coperte.
Sosta
Dopo la sosta a Metsovo, prima di visitare le Meteore ci siamo fermati a dormire al camping Kastraki e abbiamo fatto un bel bagno in piscina. Il campeggio è pulito, immerso nel verde, enorme e nel 2020 deserto causa covid. I bagni sono grandi e una cosa che le mie piccole hanno gradito molto hanno i lavandini e i wc per i più piccoli. Da ogni angolo del campeggio, piscina compresa, basta alzare gli occhi per ammirare le Meteore.
Credo che si capisca leggendo l’articolo, ma se capitate in terra ellenica, Metsovo e le Meteore, rappresentano sicuramente uno spaccato della Grecia, che non potete assolutamente perdervi, mi raccomando!
Appuntamento con la prossima avventura!
👉E come sempre se vi è piaciuto il post condividetelo con amici camperisti e non! E seguiteci sui social!🤗